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Racconti erotici: il mio meccanico di fiducia è un porco (ecco perchè)

Racconti erotici: il mio meccanico di fiducia è un porco (ecco perchè)

Il caldo nell’autorimessa era soffocante, e l’odore di gomma, olio e metallo si mescolava all’aria pesante di fine giornata.

Marta parcheggiò lentamente la sua macchina, aprendo lo sportello con calma.

Era andata lì di proposito.

Non per un controllo vero e proprio, ma per lui.

Luca, il meccanico.

Lo conosceva da un paio d’anni, da quando le aveva sistemato i freni con quella sicurezza da uomo che sa esattamente dove mettere le mani.

Lui era lì, maglietta attillata, braccia tatuate, mani sporche di grasso, e quel sorriso storto che sembrava fatto per provocare.

"Puntuale, come sempre," disse lui, asciugandosi il sudore dalla fronte con l’avambraccio.

"Non potevo far aspettare il mio meccanico di fiducia," rispose Marta, sporgendosi con un sorriso malizioso.

"Che problema ha oggi la tua macchina?"

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"Nessun problema". 

Aveva solo bisogno di una controllatina…"

"Ah sì? Strano. Perché a me sembra che sia tu ad aver bisogno di una controllatina."

Lei rise, avvicinandosi, lasciando che le dita scivolassero sulla carrozzeria come se stesse accarezzando la pelle di qualcuno.

"Forse entrambe. Ma pensavo che tu fossi bravo anche fuori orario."

Luca si fermò a guardarla, occhi scuri, penetranti.

"Hai sempre avuto la lingua affilata, Marta."

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"E tu le mani calde… e precise."

Si guardarono in silenzio per qualche secondo, fino a quando lui indicò la macchina.

"Fammi dare un’occhiata sotto il cofano, così vedo se c’è davvero bisogno d’intervenire."

Lei annuì, sedendosi sul bordo dell’auto, lasciando che il vestito leggero si sollevasse leggermente sulle cosce.

Luca aprì il cofano, ma lo faceva senza troppa concentrazione.

Ogni tanto lanciava uno sguardo furtivo alle sue gambe, alla scollatura, al modo in cui le dita giocherellavano con il bordo del vestito.

"Sei venuta qui solo per farmi impazzire, vero?"

"Mi piace vederti sudato, con le mani sporche… così virile…"

"Ti piace guardarmi lavorare?"

"Solo quando so che potresti lavorare anche su di me."

Lui chiuse il cofano con un colpo secco.

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"Sai bene che quando mi provocano, rispondo."

Marta si alzò, lentamente, si avvicinò a lui con passo sicuro.

Le sue dita sporche le sfiorarono la guancia.

"Mi stai dicendo che ti sto facendo effetto?"

Lui la spinse dolcemente verso la parete dell’officina, le mani sulle sue anche.

"Mi stai dicendo che non lo senti?" sussurrò contro il suo orecchio.

Marta si staccò appena, guardandolo con aria di sfida.

"Fammi vedere quanto sei duro."

Luca afferrò la sua mano e la posò sul suo cazzo, già gonfio, che premeva sotto i jeans.

"Cristo… sei già così eccitato."

"E tu sei bagnata da prima ancora di entrare."

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Lei gli prese la maglietta e gliela sfilò, lasciando che le dita le scorressero lungo il petto sudato, fermandosi sulla cintura.

"Ti faccio impazzire così tanto?"

"Quando entri qui, tutto si ferma. Anche il mio autocontrollo."

Marta si voltò, appoggiandosi con le mani al cofano, il culo leggermente alzato.

"Allora fai qualcosa. Ora."

Lui si avvicinò, le sollevò il vestito senza pensarci due volte, abbassandole lo slip con un colpo solo.

"Guarda che spettacolo… questa figa è un sogno."

Con la lingua iniziò a passarle tra le cosce, lentamente, facendo fremere ogni muscolo del suo corpo.

"Leccami bene… voglio venire prima ancora che mi tocchi con il cazzo."

Lui affondò la lingua, succhiando il suo clitoride, spingendo due dita dentro di lei.

"Sì… così… continua… leccami più forte…"

Il suo respiro si fece sempre più spezzato, le mani che si aggrappavano al metallo bollente del cofano.

"Sto venendo… sto…"

L’orgasmo la attraversò come un’onda, un brivido violento che la fece tremare.

Luca si alzò, si sbottonò i jeans, tirando fuori il suo cazzo duro e lucido di desiderio.

"Adesso sei pronta davvero."

Entrò in lei con un colpo profondo, facendole emettere un gemito strozzato.

"Sì… così… scopami forte… riempimi tutta…"

Lui spinse più velocemente, afferrandole i fianchi, facendola rimbalzare contro di sé.

"Ti piace così? Sentirti scopata in officina, come una troia calda?"

"Sì… fammi tua… riempi la mia figa… più forte!"

Le sue mani si spostarono sui seni, stringendoli mentre la scopava con rabbia.

"Dio… sei stretta… sei perfetta…"

"Non fermarti… fammi venire di nuovo… fammi urlare il tuo nome…"

Luca affondava sempre più profondo, il sudore che colava dalle sue tempie, i gemiti di entrambi che si mescolavano al rumore degli attrezzi sullo sfondo.

"Sto per venire… vuoi tutto dentro? Vuoi sentirmi sborrare dentro di te?"

"Sì! Riempi la mia figa… vienimi dentro, Luca… voglio tutto!"

Con un ultimo colpo, lui si lasciò andare, sborrando dentro di lei con un gemito roco, mentre Marta tremava ancora in preda all’orgasmo.

Restarono lì, ansimanti, appoggiati alla macchina, il corpo sudato contro la lamiera calda.

Marta si voltò, sistemandosi piano.

"Ora sì che la mia macchina ha avuto un bel controllo."

Luca sorrise, le diede un bacio sul collo.

"E non è nemmeno passata al collaudo finale…"