Il sole stava calando dietro i palazzi del centro quando Giulia salì lentamente le scale della libreria antiquaria.
Era un posto silenzioso, profumato di carta, legno vecchio e pelle consumata.
Ogni angolo sembrava carico di segreti da svelare, e lei non ci andava solo per i libri…
Ci andava per Emanuele.
Alto, occhiali sottili, voce bassa, mani da lettore, ma occhi da predatore.
Da mesi scambiavano sorrisi, battute, frasi che sembravano innocue ma avevano un retrogusto erotico.
Quella sera, però, l’atmosfera era diversa.
Nessun cliente, nessun rumore.
Solo lei.
E lui.

Giulia fece scivolare le dita lungo gli scaffali, guardando Emanuele da lontano.
Lui alzò lo sguardo e le sorrise.
"Hai qualcosa da consigliarmi?" chiese lei, con voce bassa, avvicinandosi.
"Dipende. Cerchi qualcosa da leggere… o qualcosa da vivere?"
Giulia sorrise, il desiderio evidente nello sguardo.
"Mi fido del tuo gusto."
"Allora vieni con me."
La condusse nella piccola sala lettura sul retro.
Luci soffuse, poltrone in velluto, scaffali fino al soffitto.
E silenzio.
Giulia si sedette lentamente, accavallando le gambe nude sotto l’abito corto.
La stoffa risalì appena.
Quanto bastava.
Emanuele si appoggiò allo schienale di fronte, gli occhi che scivolavano su di lei.
"Sai che ogni volta che ti vedo toccare un libro, penso a come mi toccheresti?" sussurrò lei.
Giulia si alzò, si avvicinò, le mani che gli sfioravano il petto.

Lui la afferrò per la nuca e la baciò con fame, le labbra che si schiudevano subito, le lingue che si cercavano con desiderio.
Le mani di lui le presero il viso, poi scesero sul collo, sul seno, sulla vita.
"Cristo… non porti le mutandine?"
"Non mi servono… sapevo cosa volevo."
Le dita di Emanuele affondarono tra le sue cosce, trovandola bollente e bagnata.
"Sei una dannata porca colta…"
Lei sorrise, affondando la lingua nel suo orecchio.
Lui la spinse piano sulla poltrona, si inginocchiò davanti a lei.
Aprì le gambe con le mani e affondò subito la lingua sulla sua figa umida.
"Sì… leccami… fammi venire in mezzo ai tuoi scaffali…"
Leccava lenta, poi veloce, poi ancora profonda, mentre con due dita le penetrava la vagina tremante.

Giulia gemeva, il corpo che si inarcava, i seni scoperti che si muovevano con il respiro.
"Ancora… leccami il clitoride… succhiamelo… Dio, sì!"
Lui spingeva le dita sempre più dentro, curvandole, colpendole il punto giusto, mentre la sua lingua la faceva tremare.
"Sto… sto venendo… non fermarti…"
Con un urlo trattenuto, Giulia venne, afferrando i braccioli della poltrona, il corpo che si contrasse sotto le spinte.
Emanuele si alzò, sbattendo la cintura sul pavimento, e tirò fuori il suo cazzo duro, lucido, teso.
"Ora tocca a te, Giulia."
Lei si mise in ginocchio, lo guardò con un sorriso sporco, e iniziò a succhiarlo con fame, profondo, veloce, con la lingua che lo accarezzava ovunque.
"Sì… così… succhiamelo tutto… fammi vedere quanto ti piace…"
Lei lo teneva in bocca e gli accarezzava le palle, guardandolo negli occhi.

"Dio, stai per farmi venire solo con la bocca…"
Lei si fermò, lo spinse sulla poltrona e si mise a cavalcioni su di lui.
"Adesso entri dentro… adesso mi prendi tutta."
Si abbassò lentamente, facendo scivolare il suo cazzo dentro la sua figa calda, gonfia, tesa.
"Senti come ti stringo? Sei tutto dentro di me…"
Iniziò a muoversi, lenta, poi più veloce, rimbalzando sul suo cazzo mentre lo guardava negli occhi.
"Scopami… scopami come non hai mai fatto con nessuna…"
Lui le afferrò i fianchi, la spingeva verso di sé, la scopava con tutto il corpo.
"Sì… fammi tua… fammi venire ancora… riempimi, Emanuele!"
I gemiti diventavano urla sussurrate, le spinte sempre più violente, brutali, profondissime.
"Sto per venire… lo vuoi il mio seme dentro?"
"Sì! Vienimi dentro… fammi sentire tutto… riempimi… ora!"
Con un ultimo affondo, Emanuele venne, riempiendola tutta, il cazzo che pulsava, i corpi stretti uno all’altro.
Giulia si lasciò andare contro il suo petto, tremando ancora per il secondo orgasmo.
Restarono così, nudi, sudati, le luci basse e i libri come spettatori.
"Era questo il libro che volevi consigliarmi?"
"No," rispose lui, accarezzandole la schiena.
"Questo è solo il primo capitolo"