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Racconti erotici: Giulia usa il vibratore per la prima volta

Racconti erotici: Giulia usa il vibratore per la prima volta

Era una sera come tante, ma Giulia sapeva che sarebbe stata diversa.

Aveva appena fatto la doccia, la pelle calda, le guance arrossate, un misto di emozione e curiosità che le stringeva lo stomaco.

Lo specchio appannato restituiva la sua figura nuda, i capelli bagnati che scendevano sulle spalle, i capezzoli tesi per il freddo e per l'eccitazione.

Sul comodino, come una promessa, c’era il suo nuovo giocattolo.

Non l’aveva mai provato.

Non aveva mai avuto il coraggio di farlo.

Ma quella sera, sì.

Quella sera voleva provare tutto.

Si avvicinò al letto, portando con sé una piccola boccetta di lubrificante.

Fece scivolare il telo a terra, rivelando ogni curva.

Il ventre si muoveva lento, assecondando il respiro profondo, mentre con le dita accarezzava il proprio seno, come per dare inizio al rito.

"Calma… respira…" sussurrò.

Accese la prima vibrazione, quasi timida, e la avvicinò alle labbra della figa.

Racconti erotici, uno

Un tocco.

Solo un tocco.

Ma bastò a farla sussultare.

Un brivido caldo le attraversò la schiena.

Era delicata, la sensazione.

Ma intensa.

Iniziò a muoverlo lentamente, lungo le pieghe umide, ancora timorosa, ma già bagnatissima.

Chiuse gli occhi.

Le sue dita tremavano, ma non si fermò.

Passò il vibratore sul clitoride, sfiorandolo appena.

"Oh… cazzo…" gemette piano.

Le gambe si divaricarono da sole, la schiena si inarcò leggermente.

Aumentò l’intensità.

Il ronzio si fece più forte, più profondo, più sporco.

Giulia si morse il labbro inferiore, mentre la mano libera andava a stringersi attorno al capezzolo, torcendolo con delicatezza.

Racconti erotici due

La bocca si aprì in un gemito silenzioso, mentre sentiva la tensione crescere.

Il clitoride era gonfio, sensibile, pulsava sotto la vibrazione.

Sospirava, ansimava, si lasciava andare.

Affondò una prima dita dentro di sé.

Poi una seconda.

Il vibratore ancora sul clitoride, il corpo ormai in balia del piacere.

"Dio… sto venendo… sto venendo…"

E venne.

Un orgasmo pieno, travolgente, la scosse da dentro.

Tremava, le mani bagnate, le cosce inondate.

Ma non era abbastanza.

Chiuse un attimo gli occhi.

Prese un respiro.

E poi rise.

Si sentiva drogata di piacere, ma voleva ancora.

Riaccesa la vibrazione, salì al terzo livello.

Lo fece scivolare lentamente dentro di sé, mentre il clitoride veniva stimolato dalle dita.

Era una sensazione nuova, piena, invadente, intima.

"Oh cazzo… è… dentro…"

Muoveva il toy avanti e indietro, mentre gemiti spezzati le uscivano dalla gola.

Il corpo si inarcava, le mani cercavano qualcosa da stringere.

"Sì… così… sì… continua… fammi esplodere di nuovo…"

Lentamente, aumentava la pressione.

Sentiva ogni vibrazione nella pancia, nella schiena, nel petto.

Ogni muscolo teso.

Racconti erotici tre

Un altro orgasmo le esplose dentro, ancora più violento, più intenso.

La bocca aperta, il respiro rotto, il viso sudato.

Restò immobile, con il vibratore ancora dentro, a godersi ogni scossa residua.

Poi lo estrasse piano, lo guardò, sporco del suo piacere.

E sorrise.

Ma la voglia non si era ancora spenta.

Si mise a quattro zampe sul letto, lo specchio dell’armadio di fronte rifletteva la sua schiena arcuata, le chiappe rosee, la figa aperta e gocciolante.

«Sei proprio una troia da sola…» sussurrò a se stessa, eccitandosi ancora di più.

Infilò il vibratore da dietro, molto più lentamente, lasciandosi sorprendere dalla profondità che raggiungeva.

«Ohhh sì… così… riempimi tutta…»

Affondava e usciva, mentre la mano andava ancora sul clitoride, ormai gonfio, teso, vivo.

Ogni colpo era accompagnato da un rumore bagnato, e il corpo rispondeva con scosse violente, tremiti, spasmi.

Giulia si guardava allo specchio e godeva della sua trasgressione.

«Guarda come godi… sei una puttana bagnata…» si diceva, la voce rotta, calda, bassa.

Un altro orgasmo, più lungo, la travolse come un'onda calda.

Cadde in avanti, col viso contro il cuscino, il fiato corto, il corpo esausto.

Ma poi si girò lentamente, con la schiena sul materasso, il seno che si sollevava ad ogni respiro affannoso.

Afferrò il vibratore con la mano ancora tremante, lo accarezzò con la lingua, assaporando ogni goccia del suo stesso piacere.

Lo riaccese al massimo.

Appoggiò la punta ancora vibrante sul capezzolo destro, e un piccolo gemito le sfuggì dalle labbra.

Poi lo passò piano sul ventre, fino a tornare al clitoride.

Iniziò a premere forte, girandolo in cerchio, strusciandolo con movimenti sempre più rapidi.

«Fai esplodere la mia figa… distruggimi tutta…»

Sussurrava frasi oscene, provocanti, mentre la mano sinistra si infilava nuovamente dentro la fica, fino alle nocche.

Era un autofisting lento, controllato, e il corpo reagiva come una macchina impazzita.

Le cosce si stringevano, i fianchi si sollevavano, le mani spingevano e accarezzavano ovunque.

«Sì… sì… voglio sentirmi scopare fino in gola, anche da sola…»

Il respiro si trasformò in ansimi profondi, urla sorde, gemiti spezzati.

L’orgasmo successivo arrivò più improvviso, più animalesco.

Giulia gridò, il vibratore cadde accanto a lei, e il corpo tremò ancora per lunghi istanti.

Poi lo prese tra le cosce, lo strinse forte e lo accese ancora, lasciandolo vibrare contro la figa devastata, ormai satura di piacere.

«Basta… non ce la faccio più…» rise, stremata, le mani ancora bagnate, il corpo senza forze.

Ma il sorriso che aveva sulle labbra diceva tutto.

Non sarebbe stata l’ultima volta.