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Racconti erotici: l'amante di Martina sale quando suo marito esce

Racconti erotici: l'amante di Martina sale quando suo marito esce

L’aria calda del pomeriggio filtrava dalla finestra del soggiorno.

Martina aspettava sempre quel momento.

Quando Luca, suo marito, usciva per lavoro.

Quel momento in cui la casa diventava la sua tana, e lei poteva dar sfogo alle sue voglie più nascoste.

Era un rituale, sempre più audace, sempre più sporco.

Il cellulare vibrò: “Sono sotto.”

Davide.

Il suo amante.

Salì di corsa le scale, il cuore in gola.

Martina lo aprì con un sorriso, gli occhi accesi di desiderio.

Racconti erotici 1

Lui la prese per i fianchi, la spinse contro il muro, le mani già tra le cosce.

“Sei bagnatissima…” sussurrò.

Lei gemeva, la lingua umida sulle labbra.

“E tu non sai quanto,” rispose.

Lui le strappò i pantaloni, lasciandola in mutandine.

La fece inginocchiare, la testa sul divano, il culo alto.

“Sei pronta a tradire di nuovo?”

“Fallo,” lo supplicò.

Davide le leccò la figa, lentamente, poi più forte, le dita affondavano, il clitoride pulsava.

Martina tremava, la pelle calda, i capezzoli tesi.

“Sei la mia porca…” disse, leccandola più forte.

“E tu sei il mio amante sporco.”

Racconti erotici 2

Lui le infilò un dito nell’ano mentre la scopava con la lingua.

Lei urlò di piacere, la figa bagnata.

“Scopami forte, fammi urlare,” disse, tremando.

Davide si alzò, si slacciò i pantaloni, il cazzo duro.

“Lo vuoi dentro, vero?”

“Dammi tutto.”

La penetrò con forza, ogni colpo un gemito.

Le mani di lui le afferravano i fianchi, le unghie le segnavano la pelle.

“Sei mia. Solo mia adesso.”

Martina gemeva, la voce rotta.

“Scopami, fammi tua.”

Il ritmo aumentava, le spinte diventavano sempre più forti, più sporche.

Il corpo di lei tremava, le urla di piacere riempivano la stanza.

“Ancora… fammi venire,” urlò.

Racconti erotici 3

Davide la riempì tutta, venendo con un urlo roco.

Martina si accasciò, ansimante, la figa bagnata.

“Domani a che ora parte tuo marito?” chiese lui, accarezzandole i capelli.

“Alle otto. E io ti aspetto.”

“E allora domani ti scopo di nuovo.”

Lei sorrise, il corpo ancora caldo.

“Non vedo l’ora.”

Ma mentre Davide si allontanava, Martina restò lì, la figa ancora pulsante, il corpo tremante.

La mente correva già al giorno dopo.

Pensava a quanto lo voleva ancora, a quanto lo desiderava dentro di lei ancora più forte, più a lungo.

La voglia non le passava mai.

Racconti erotici 4

Si sdraiò sul divano, chiuse gli occhi.

Le dita scivolarono di nuovo tra le cosce, accarezzando la figa ancora umida.

Il ricordo del cazzo di Davide le faceva tremare le gambe.

Non poteva fermarsi.

La mano si muoveva sempre più veloce, le dita affondavano dentro, la voce si spezzava.

“Domani… domani… fammelo ancora…” sussurrava, ansimante, sentendo crescere di nuovo quell’onda calda che l’avrebbe travolta.

“Sei la mia troia preferita,” le sussurrò Davide la sera dopo, mentre tornava, e lei lo aspettava già nuda sul letto.

“E tu sei la mia droga,” rispose lei.

“Ti ho aspettato tutto il giorno.”

Davide le prese le mani, la tirò su, le baciò il collo, le passò la lingua sull’orecchio.

“Sei pronta a farmi impazzire di nuovo?”

Lei gemette.

“Scopami come sai fare.”

E la prese di nuovo, con più forza di prima, più voglia, più brama.

L'aria bollente del pomeriggio sembrava trasformarsi in fuoco.

Martina gemeva, urlava, il corpo scosso da tremiti infiniti.

E in quell'urlo, lei trovava la sua libertà.