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Racconti erotici: quando Elena resta a casa da sola, deve farlo...

Racconti erotici: quando Elena resta a casa da sola, deve farlo...

Il silenzio di quella cazzo di casa, di solito così normale, stasera sembrava amplificare ogni suo pensiero, ogni fottuta pulsazione nel suo corpo.

Erano le dieci passate, la cena era solo un ricordo e suo marito era fuori per lavoro, un viaggio di merda che si sarebbe tirato dietro per giorni.

Elena era sola, e la solitudine, incredibile a dirsi, la stava facendo impazzire di voglia, una roba bollente da morire.

Aveva provato a leggere, ma quelle parole non le entravano in testa, si offuscavano davanti agli occhi.

Aveva tentato di guardare un film, ma le immagini sullo schermo si perdevano, mentre la sua mente continuava a galoppare, il suo corpo a suggerirle un desiderio crescente, insistente, che non poteva proprio ignorare.

Si sentiva irrequieta, una voglia matta che le bruciava dentro.

Racconti erotici 1

Ogni fibra, ogni fottuto nervo le urlava di toccarsi, di essere sfiorato, toccato, consumato fino all'osso.

Un fuoco si era acceso dentro di lei, e voleva solo ardere fino a bruciare.

Si alzò dal divano, la seta fresca del suo pigiama che le scivolava sui fianchi con un fruscio appena percettibile, eppure così fottutamente erotico, così promettente.

Si sentiva già fradicia in mezzo alle gambe, una sensazione familiare che le faceva tremare le ginocchia e le prometteva un piacere imminente.

Le dita sfiorarono il bordo del tessuto sottile, sentendo il calore ardente che le arrivava dalla sua fica già pulsante.

Camminò lenta, quasi in trance, verso la camera da letto, il buio della casa che le sembrava un complice silenzioso, un velo che nascondeva la sua libidine incandescente.

Non accese la luce.

La debole illuminazione esterna che filtrava dalla finestra bastava appena a disegnare le forme dei mobili, creando ombre lunghe e misteriose, un'atmosfera perfetta per quello che stava per fare, per l'atto intimo e proibito che desiderava così tanto.

Si sfilò quel cazzo di pigiama con una lentezza esasperante, godendosi la sensazione dell'aria fresca sulla pelle nuda, ogni brivido che le percorreva il corpo.

Ogni straccio che cadeva a terra era un limite che si dissolveva, lasciandola completamente esposta, vulnerabile, ma anche incredibilmente potente, padrona del suo stesso fottuto desiderio.

I suoi seni si alzarono, pieni e pesanti, i capezzoli che si indurivano subito al contatto con l'aria più fresca, diventando due piccoli bottoni dolorosamente sensibili, che quasi imploravano di essere toccati, succhiati.

Racconti erotici 2

Si sdraiò sul letto, sulla schiena, le gambe leggermente divaricate, offrendo la sua nudità al materasso morbido.

Il tessuto soffice delle lenzuola di seta accarezzava la sua pelle, ma non era abbastanza per placare la sua fame sessuale.

Aveva bisogno di un tocco più diretto, più pressante, più intimo, più sporco.

Portò una mano sul suo ventre, le dita che scivolavano lentamente verso il basso, seguendo la linea dei suoi peli pubici, morbidi e folti, una giungla sensuale che nascondeva il suo segreto bagnato, la sua fica calda.

Un gemito rauco le sfuggì dalle labbra quando le sue dita sfiorarono finalmente l'orlo della sua fica.

Era così gonfia, così pulsante, il sangue che vi affluiva con forza, rendendola dolce e sensibile al massimo.

Il clitoride, già in evidenza, un piccolo bottone di carne viva, le mandava scosse di piacere anche al più leggero contatto, promettendo un fottuto orgasmo vicinissimo.

Chiuse gli occhi, respirando a fatica, la gola secca, il corpo che fremeva come una foglia.

"Cazzo, quanto mi sei mancata... piccola mia, quanto," sussurrò a se stessa, la voce un filo quasi impercettibile nel silenzio della stanza, ma potente nella sua intimità, piena di voglia.

Racconti erotici 3

Il dito medio si posò direttamente sul clitoride, iniziando una pressione dolce ma ferma, una carezza decisa.

Prima solo un leggero strusciare, poi un movimento più deciso, circolare, che le faceva gemere come una cagna in calore. Il piacere esplose subito, un'onda calda che le risaliva lungo la spina dorsale, incendiandola da dentro.

La sua mano iniziò a muoversi con più ritmo, le dita che lavoravano con precisione, un misto di carezze e pressioni, trovando esattamente il punto che le faceva impazzire, che le faceva vedere le stelle.

"Oh... sì... così... proprio così, cazzo..." ansimò, inarcando la schiena, spingendosi incontro alla sua stessa mano con foga.

Il calore dentro di lei cresceva inesorabilmente, una fiamma selvaggia che divampava, consumandola tutta.

Sentiva la sua intimità fradicia, inzuppata come una spugna, il liquido denso e caldo che gocciolava tra le sue dita, un liquido che era puro desiderio liquido, la prova della sua eccitazione selvaggia.

Il suo respiro si fece più irregolare, ogni inspirazione un lamento profondo, ogni espirazione un sospiro di piacere crudo e animalesco.

Una seconda mano si unì alla prima, le dita che le aprivano delicatamente le grandi labbra, esponendo ancora di più la sua perla rosa e turgida, la fonte di tutto quel piacere insopportabile.

Racconti erotici 4

Le stimolazioni si fecero più intense, più veloci, la pressione che aumentava fino a diventare quasi un dolore piacevole, un confine tra piacere e agonia.

Si alzò leggermente con il bacino, spingendosi contro le sue stesse dita, implorando di più, cercando di raggiungere l'apice, di spaccarsi dal godimento.

"Voglio di più... voglio venire, cazzo... voglio venire adesso! Porca puttana!" la sua voce era ora un piagnucolio, un sussurro disperato, al limite delle lacrime di puro piacere.

Il suo corpo iniziò a tendersi in un lungo, intenso spasmo, ogni muscolo che si contraeva in attesa dell'esplosione finale.

Sentiva la pressione montare, un'energia inarrestabile che si accumulava nel suo basso ventre, minacciando di farla impazzire del tutto.

La sua mano si fece ancora più insistente, le dita che le martellavano il clitoride con un ritmo frenetico, selvaggio, portandola sull'orlo del baratro, pronta a lanciarsi giù.

La sua testa si muoveva da un lato all'altro sul cuscino, i capelli sparsi come un'aureola di passione furiosa.

Un urlo rauco, liberatorio, le squarciò la gola mentre l'orgasmo la travolgeva con una forza brutale, senza precedenti.

Era un'onda gigantesca, uno tsunami di piacere, un terremoto di sensazioni che la scuoteva da cima a fondo, facendola fremere incontrollabilmente, tremare tutta.

Il suo corpo si contrasse violentemente, il bacino che si sollevava dal letto, le gambe che si stringevano, mentre un fiume di piacere esplodeva tra le sue dita, allagandola completamente.

Le sue pareti vaginali pulsavano ancora e ancora, stringendosi in spasmi prolungati, succhiare gli ultimi residui di quel piacere inebriante e fottuto.

Rimase lì, tremante, il respiro ancora affannoso, le dita ancora posate su di sé, godendosi le ultime vibrazioni del piacere che la stava abbandonando lentamente, lasciando un'eco calda e appagante, una sensazione di completa soddisfazione.

La solitudine, ora, non era più un problema.

Era stata la sua tela, il suo spazio sacro per un piacere tutto suo, profondo e incontrollato, selvaggio.

Si sentiva svuotata, ma rinata, come dopo una gran scopata.