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Racconti erotici: sesso in palestra tra Sara e Leo

Racconti erotici: sesso in palestra tra Sara e Leo

La palestra era ormai vuota, le luci basse e la musica che rimbombava appena dalle casse.

Sara chiuse l’armadietto, infilò la felpa e si avviò verso la sala pesi.

Il suo sguardo cadde su Leonardo, ancora lì a fine turno.

Mani grosse, braccia tatuate, t-shirt sudata che gli aderiva al petto.

Era il personal trainer che tutte volevano, ma con cui nessuna osava giocare.

Fino a quella sera.

"Rimani per gli straordinari?" chiese lui, alzando un sopracciglio.

"Solo se mi alleni come si deve," rispose lei, stringendosi la zip.

Leonardo rise, poi le indicò una panca.

"Sdraiati. Facciamo petto e resistenza."

Lei si sistemò, e quando lui le passò sopra per aiutarla con il bilanciere, le mani finirono a pochi centimetri dal suo seno.

"Concentrati sulla respirazione," mormorò.

"Sto cercando di non gemere," rispose lei.

Le ripetizioni rallentarono.

Lo sguardo si fece più scuro.

Lui la bloccò con una mano, poi scivolò accanto a lei.

Racconti erotici 1

"Fammi vedere quanto resisti davvero."

La tirò su per i polsi e la spinse contro lo specchio.

La felpa volò via, lasciando solo il top sportivo e i leggings aderenti.

Leonardo le leccò il collo, le infilò una mano sotto l’elastico.

"Cristo… sei già bagnata."

"Sei tu che mi fai questo effetto."

Le dita iniziarono a muoversi sulla sua figa calda, mentre con l’altra le spingeva la testa contro il vetro.

"Leccami… voglio venire qui… ora…"

Lui si inginocchiò, le abbassò i leggings, poi iniziò a leccarla lentamente, affondando la lingua fino a farla gemere forte.

"Così… sì… leccami tutto… fammi venire sul tuo viso…"

Due dita dentro, la lingua sul clitoride, il corpo di Sara che si inarcava.

"Sto… sto venendo… cazzo sì!"

Lui si alzò, aprì la zip dei pantaloni.

Il suo cazzo duro premeva contro il tessuto.

"Girati. Adesso ti prendo tutta."

Racconti erotici 2

Sara si piegò sul tappetino, il culo in alto, le gambe larghe.

Leonardo le afferrò i fianchi e la penetrò con forza, affondando con un colpo brutale.

"Sì! Fammi tua! Scopami tutta!"

Il ritmo divenne selvaggio, i colpi che riempivano la sala silenziosa.

"Sei una troia calda… così stretta… così perfetta…"

"Voglio sentirtelo tutto dentro… fammi urlare… scopami più forte!"

Il suo cazzo la riempiva tutta, le mani che stringevano i glutei.

La girò, la sollevò e la scopò frontalmente contro lo specchio.

"Guarda quanto godi… guardati mentre ti scopo…"

Sara ansimava, la voce rotta.

"Sto venendo ancoravienimi dentro… fammi tremare!"

Con un ultimo colpo profondo, Leonardo la riempì, sborrando caldo, denso, tremando.

Lei rimase a cavalcioni su di lui, nuda, sudata, sorridente.

"Questa sì che è una sessione intensiva."

"E siamo solo all’inizio del circuito."

Racconti erotici 3

Leonardo si stese sul tappetino, il respiro ancora affannato.

Sara, senza dire nulla, iniziò a strusciarsi di nuovo su di lui, la pelle che cercava ancora contatto.

"Non ne hai abbastanza?" le chiese lui, con un sorriso stanco e arrapato.

"Voglio godere ancora. Voglio sentire di nuovo il tuo cazzo duro che mi scopa forte."

Gli afferrò il cazzo, lo prese in bocca, succhiandolo piano, con attenzione.

La sua lingua si muoveva lenta, umida, le labbra strette attorno al glande.

"Brava… succhiamelo così… fammi tornare duro…"

Leonardo si rigirò su di lei, ormai duro come prima, e le infilò il cazzo di nuovo nella figa.

"Ti scopo di nuovo. Stavolta vieni sopra di me finché non urli."

Sara si mise sopra, iniziò a cavalcarlo con ritmo lento, poi più veloce.

Le mani sui suoi pettorali, i seni che rimbalzavano a ogni spinta.

"Sì… così… fammi venire mentre ti cavalco… fammi tremare…"

Lo guardava dritto negli occhi, la voce spezzata dal piacere.

"Sto per venire ancora… Dio… sto esplodendo…"

Leonardo le afferrò i fianchi e la sollevò mentre la scopava da sotto, sempre più forte.

"Urlami addosso. Fammi sentire il tuo orgasmo."

Lei si contorse, venne forte, lasciandosi cadere su di lui.

E quando le sue gambe tremavano ancora, Leonardo venne di nuovo dentro di lei, riempiendola mentre la stringeva a sé, senza dire una parola.

Rimasero sdraiati, esausti, i corpi incollati e il respiro che faticava a tornare.

"Adesso sì che ho fatto cardio."