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Racconti erotici: mi ha scopata come nessuno prima (ne avevo bisogno)

Racconti erotici: mi ha scopata come nessuno prima (ne avevo bisogno)

L’aria fresca della sera entrava dalla finestra della suite dell’hotel, accarezzando le tende leggere.

Valentina si osservava allo specchio, il vestito nero che le scendeva aderente lungo il corpo.

I tacchi appoggiati accanto al letto.

Solo pelle, profumo, e un brivido.

Aveva accettato quell’invito a cena per curiosità.

Ma ora era lì.

Nella suite.

Con Marco.

Lui stava aprendo una bottiglia di vino sul tavolino, lo sguardo che tornava sempre su di lei.

Alto, barba corta, mani grandi.

Occhi lenti.

Di quelli che ti guardano come se ti stessero già scopando.

"Ti va di bere qualcosa?" chiese, versando nei bicchieri.

Valentina annuì.

Si avvicinò lentamente.

Ogni passo un invito.

"Mi piacciono gli uomini decisi," sussurrò, sfiorando il bordo del bicchiere con le dita.

"Mi piacciono le donne che non hanno bisogno di chiedere."

Si fissarono.

Lunga, lenta, densa di tensione.

Poi lui si alzò.

La raggiunse.

La prese per il mento.

"Posso baciarti?"

"Solo se poi non ti fermi più."

Racconti erotici 1

Il primo bacio fu profondo, morbido, con la lingua che cercava già spazio, già calore.

Marco la spinse piano contro la parete.

Una mano le scese sulla coscia, l’altra le slacciava la zip dietro la schiena.

"Sapevo che sotto non portavi niente," disse contro il suo collo.

"Lo speravi."

Il vestito scivolò a terra.

Valentina era nuda, eccetto per un paio di autoreggenti nere.

Lui la guardò.

Poi le prese un capezzolo tra le labbra, succhiando piano, mordendolo appena.

"Hai un sapore che voglio sulla lingua tutta la notte."

Racconti erotici 2

La sollevò con le braccia e la posò sul bordo del letto.

Le aprì le gambe con lenta decisione.

"Fammi assaggiarti adesso."

La lingua iniziò a passare sulle labbra gonfie, poi sul clitoride pulsante.

La leccava piano, poi più veloce, poi affondava con fame.

"Oh Dio… continua… così… non fermartileccami forte…"

Le mani di lui le stringevano i fianchi, mentre due dita le entravano dentro con ritmo perfetto.

Valentina si inarcava, le mani nei suoi capelli, i seni che si sollevavano con ogni gemito.

"Sto venendo… cazzo… Marco… sto venendo!"

L’orgasmo la scosse tutta.

Le cosce che tremavano, il respiro spezzato.

Racconti erotici 3

Lui si alzò, si slacciò i pantaloni.

Il suo cazzo uscì duro, pulsante, gonfio.

"Girati."

Valentina si mise a quattro zampe, il culo alto, le mani strette alle lenzuola.

Marco l’afferrò e la penetrò con forza, affondando tutto il cazzo dentro di lei.

"Sì! Così! Scopami tutto! Fammi tua!"

Ogni colpo era più profondo, più selvaggio, più brutale.

Il suono delle carni che si scontravano riempiva la stanza.

"Ti piace essere scopata da dietro, come una troia affamata?"

"Sì! Sì! Non fermarti! Fammi urlare! Vienimi dentro!"

Lui le tirava i capelli, le baciava la schiena, la scopava come se volesse consumarla.

La girò di colpo, la sollevò sulle sue ginocchia, la scopò frontalmente, guardandola mentre veniva.

"Guardami negli occhi mentre vieni di nuovo."

Racconti erotici 4

Valentina urlò, tremò, il corpo che crollava in un altro orgasmo potente.

"Adesso vieni tu… vienimi dentro… fammi sentire tutto!"

Marco gemette, affondò fino in fondo, sborrando con un fiotto caldo, violento, pieno.

Non finì lì.

Si sdraiarono sul letto, ma le mani continuavano a cercarsi.

"Hai ancora voglia?" le sussurrò all’orecchio.

"Non ho nemmeno cominciato."

Lei lo spinse giù, salì su di lui e cominciò a strusciarsi, il suo corpo scivoloso sul suo petto, i capezzoli tesi che gli toccavano la bocca.

Marco le morse il seno, la lingua che si agganciava al capezzolo, le mani sui fianchi che la guidavano.

Valentina si infilò di nuovo il suo cazzo dentro, lentamente, facendo rimbalzare il culo con movimenti sempre più veloci.

"Ti piace? Ti piace vedermi sopra? Vedermi godere così?"

"Impazzisco… sei una fottuta dea."

Lei si piegò in avanti, lo baciò con la lingua mentre il suo bacino continuava a sbattersi sul suo.

Marco le mise un dito in bocca, lei lo succhiava mentre si scopava da sola.

"Sto… venendo ancora…"

Lo orgasmo la travolse di nuovo, il corpo che si contrasse, tremava sopra di lui mentre non si fermava.

Lui le afferrò il culo, la sollevò, la girò e la fece inginocchiare davanti a sé.

"Apri la bocca."

Valentina lo prese in bocca, profondo, le labbra che scorrevano sul cazzo bagnato, la lingua che lo accarezzava come se fosse la sua cosa preferita.

"Sì… succhiamelo tutto… fammi venire di nuovo… tutta in gola, dai…"

Lui venne, esplodendo nella sua bocca, il corpo che si piegava in avanti, il respiro spezzato.

Lei inghiottì tutto, poi si leccò le labbra, sorridendo.

"Questo è il miglior dopocena che abbia mai avuto."

"E non è neanche arrivato il dessert."

Si sdraiarono ancora, e lei si infilò sotto le lenzuola, sorridendo.

"Ho intenzione di passare la notte qui."

"E io di tenerti sveglia fino all’alba."